Cancro: Uso degli antineoplastoni in oncologia
L’argomento degli agenti antineoplastici è spesso trattato sui social media in relazione al cancro. Le seguenti 6 domande forniscono tutte le risposte
L’argomento degli antineoplasti ha attirato molta attenzione sui social media negli ultimi anni. Viene percepito come controverso e complesso e le opinioni al riguardo sono varie. Alcuni lo considerano un approccio innovativo, altri lo vedono in modo critico. Questa diversità di vedute genera domande e confusione: cosa sono esattamente gli antineoplasti? In che modo sono collegati alla cura del cancro? Da dove viene l’idea? E come dovrebbe essere classificata la ricerca?
Abbiamo preso in considerazione questo aspetto e abbiamo scritto un breve documentario dal punto di vista dei nostri biochimici e medici. Il nostro obiettivo è stato quello di fornire una presentazione neutrale e fattuale basata sulle informazioni e sui dati disponibili. Le seguenti sei risposte alle domande più frequenti sono state pensate per fornire una panoramica completa. L’obiettivo è quello di presentare l’argomento in modo comprensibile e di dare a ogni lettore la possibilità di formarsi una propria opinione fondata.
1. Cosa sono gli antineoplasti?
Gli antineoplasti sono un gruppo di sostanze originariamente prodotte dall’urina umana e successivamente sintetizzate. Sono costituiti principalmente da peptidi e loro derivati. Il loro presunto meccanismo d’azione consiste nell’agire come “interruttori molecolari” per normalizzare le cellule tumorali.
2. Gli antineoplastici sono una terapia comprovata contro il cancro?
Ad oggi, non esistono prove conclusive a sostegno dell’efficacia degli antineoplastoni come terapia antitumorale. Dal 1976 non sono stati pubblicati studi randomizzati e controllati che ne dimostrino l’efficacia. I risultati scientifici sono contraddittori, soprattutto negli ultimi decenni.
3. esiste una base teorica per l’effetto degli antineoplasti?
Sebbene l’ipotesi che gli antineoplasti possano “riprogrammare” le cellule tumorali sembri interessante, rimane in gran parte speculativa. Manca ancora una sostanziale convalida sperimentale, anche in laboratorio. La complessità della biologia del cancro supera i semplici approcci molecolari come questi.
4. Quali sono i rischi associati all’uso degli antineoplastici?
I potenziali effetti collaterali degli antineoplastici sono significativi. Ci sono serie preoccupazioni riguardo alla loro tossicità, che può essere potenzialmente letale. Queste avvertenze si basano su analisi biochimiche e osservazioni cliniche.
5. Perché gli antineoplasti sono così controversi?
Gran parte della controversia deriva dall’approccio adottato dal produttore, il Burzynski Research Institute. Il gruppo ha pubblicato in gran parte i risultati delle sue ricerche all’interno di un circolo chiuso senza dimostrare una chiara riproducibilità esterna dei risultati. Inoltre, spesso si sostiene che i “veri” risultati sono stati soppressi dalla lobby farmaceutica, che è carica di emozioni ma offre poca sostanza scientifica.
6. I medici dovrebbero prendere in considerazione gli antineoplastici?
Data la mancanza di prove solide, la natura complessa di queste sostanze (una miscela di molti componenti molecolari) e le difficoltà nel controllarne il dosaggio e la composizione, l’uso degli antineoplastoni come terapia è fortemente sconsigliato.
Sommario
Gli antineoplasti rimangono un’idea teorica senza un sufficiente supporto sperimentale e clinico! Il loro utilizzo è associato a rischi considerevoli e le ricerche condotte finora non forniscono alcuna base per il loro impiego di routine in oncologia.
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